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Enea, protagonista e voce narrante del romanzo, assiste al processo volto ad accertare le responsabilità in merito al suicidio di Celeste, giovane educatrice di un oratorio di Reggio Emilia. Tra un'udienza e l'altra, Enea ripercorre la storia della loro amicizia, nata durante una merenda, da bambini, e proseguita, tra continui banchi di prova, fino al giorno in cui Celeste si mette una corda al collo e decide di farla finita. Tra i ricordi di Enea affiorano, sullo sfondo, le contraddizioni di una ricca città di provincia sul finire del secolo scorso; le pulsioni delle periferie, l'ostinato perbenismo, le difficoltà di una generazione in cerca di identità. Durante la narrazione ogni elemento troverà il proprio incastro, completando, un pezzo alla volta, il quadro di una vicenda drammatica e ricca di sfumature.